domenica 25 marzo 2007

Dibattito alto sulla figura storica di Jean Pidd de La Fiascogne

Meritatamente sul Blog del 5°E uno spazio dedicato al filosofo francese J. P. de La Fiascogne.
Si discuterà sulle linee guida della sua filosofia, suoi suoi principi morali, sui suoi aforismi ("La società usurpa la mia appartenenza all'ignoto"), suoi suoi numerosi scritti.
Spazio, dunque, ai commenti e alle riflessioni di tutti............

6 commenti:

Unknown ha detto...

La morale. Voglio cominciare con il concetto più controverso della storia dell'uomo. Chi fa una cosa come deve farla? Qual'è il ruolo dell'ignoto in tutto questo e quale vuoto può essere più pieno dell'uomo? A questo ed altro il filosofo Jean Pidd de La Fiascogne ha dedicato uno dei suoi scritti più importanti, il "De grippatio precox" che ricalca il percorso umano nello spazio tantrico. Già nel "De bello umidificante" si narrava del rapporto tra ciò che era dentro di se e ciò che si sarebbe potuto rimettere al mondo, perché troppo e di troppo. Ma l'elemento innovativo è senza dubbio l'ammissione della mutua interazione alla base del rapporto con la realtà. Il concetto usurpante, filtrato e metabolizzato, è segno di crescita e dolore e ci vede eretti verso l'appartenenza a ciò che prima era ormai stato usurpato. Oltre che dall'ignoto, anche la stessa realtà ha una valenza nella strada dei percorsi umani.

Bulbo ha detto...

semplicemente illuminante!

Vota Vittorini ha detto...

Ho piacere qui ad unirmi alla interessantissima e dottissima disquisizione in proposito.
Particolare interesse mi ha causato il concetto fiascogniano della "mutua interazione" esposto tanto bene da colui che mi ha anticipato.
Ritengo, come dall'Autore benissimo evidenziato nel "De Naso" (di chiara ispirazione zirinoica), non possa il concetto usurpante portarci all'erezione - tutt'altro! - bensì configurare un di sè altro che è altro proprio perchè altro rispetto all'ignoto.
La figura della società usurpatrice, di conseguenza, viene dal Nostro intesa come l'accadere perentorio della realtà sovrastrutturata, che è per definizione coincidente con la sostanza stessa dell'ignoto.
L'usurpazione dell'appartenenza all'ignoto, dunque, è di per sè contradditoria all'immanenza delle cose reali. La visione ontologica del divenire risulta quindi essere la conseguenza dell'accadere e, quindi, dell'essere divenuto - interazione tra atto e potenza potenziale - e, finalmente, sostanza stessa dell'Essere.
Ricordo che tali argute intuizioni del de La Fiascogne furono poi riprese e, a giudizio di chi scrive, confermate da Autori quali Bolbo Bicchieri, Artemio Tazza (detto l'Astemio) e dal pupillo stesso del de La Fiascogne, l'anche lui francese Beo' Brianco'

Nayma ha detto...

Prima di cominciare qualunque discussione, vi ricordo che la società usurpa la mia appartenenza all'ignoto

Bulbo ha detto...

ma lo zero kelvin (klein) dove lo mettiamo???

Bulbo ha detto...

ma lo zero kelvin (klein) dove lo mettiamo???